Metodi di agricoltura biologica e umiltà scientifica

Non sono mai stato un grande appassionato dell’agricoltura biodinamica, ma trovo francamente eccessivo il fuoco di fila di questi giorni contro il biodinamico da parte della senatrice Cattaneo e di coloro che pensano che “la scienza” non debba ammettere eccezioni. Quella stessa scienza ci ha portato all’inquinamento delle falde con pesticidi di sintesi e conseguenti danni alla salute per milioni di persone, alla desertificazione di ampie aree del pianeta perchè abbiamo usato tecniche di lavorazione degradative e concimazioni eccessive, che hanno impoverito la struttura e la microbiologia del suolo, danni che (sempre in nome della scienza) solo oggi scopriamo… la stessa scienza nulla ha eccepito quando inquinavamo massivamente le acque e i suoli con plastiche e microplastiche, con idrocarburi, quando immettevamo nell’atmosfera miliardi di tonnellate di gas serra producendo il drammatico innalzamento della CO2 ecc..

Per questo ritengo che la scienza dovrebbe parlare di quello che sa (che non è poco, anzi è molto e deve certamente fornirci gli strumenti per una migliore comprensione) e non occuparsi presuntuosamente di ciò che non sa (che è ancora moltissimo) perchè parte di quella zona grigia in cui le conoscenze sono ancora parziali. Si chiama umiltà scientifica ed è stata spesso dimenticata da alcuni scienziati, talvolta convinti di avere la “verità” in tasca, le cui teorie spesso sono state sbugiardate da successive più approfondite ricerche, soprattutto quando basate su una presunzione di conoscere tutto che porta facilmente all’errore.

In realtà l’attacco fontale della Cattaneo, oltre che contro il biodinamico – le cui tesi sono ciononostante ampiamente discutibili – è proprio contro l’agricoltura biologica, contro cui si scaglia ogni volta che le è possibile.

Anche se il metodo biodinamico fa riferimento ad alcuni criteri e modalità applicative del tutto antiscientifiche e discutibili, non dobbiamo ciononostante dimenticare che fra le tecniche biodinamiche ci sono alcune pratiche che ogni agronomo potrebbe tranquillamente e in tutto coscienza consigliare a qualunque agricoltore, fra cui l’uso del letame bovino (con obbligo della presenza animale) come strumento di promozione della fertilità del suolo, il rispetto del rapporto concimazioni – rotazioni. Anche se gli autori di questo sito non suggeriscono certo il metodo biodinamico come il migliore possibile, visto che i modelli di agricoltura rigenerativa vanno ben “oltre” il biodinamico e il biologico convenzionali, francamente l’accanimento che si legge nei commenti e nelle reazioni seguite alle affermazioni della senatrice paiono eccessivi.

L’ articolo che segue evidenzia le contraddizioni e i limiti dell’attuale approccio “scientifico” in agricoltura, e fa comprendere che il supposto “scientismo” che squalificherebbe le agricolture biologiche rispetto all’agricoltura convenzionale è tutto tranne che basato sull’oggettività scientifica.

https://robertorubino.eu/la-casualita-domina-lagroalimentare-fatta-eccezione-per-lagricoltura-biodinamica/?fbclid=IwAR3NsxpEjwYxU92DPbKK-G_ujOndwXwe-3Iab2tZRrJ4XLvchCdlbHXI-Vg

Interessante anche questo articolo di Carlo Triarico che descrive alcuni aspetti peculiari della biodinamica, fra cui l’ottenimento di produzioni vendibili medie nettamente più alte rispetto all’agricoltura convenzionale.
https://www.carlotriarico.it/2021/05/22/dati-veritieri-sullagricoltura-biodinamica/?fbclid=IwAR3sQxro8M8wnlOWSogY-H6aIKPhYVevKXwF7UpvMhkU_Q1-G90sIQWmXuU

Il punto è che spesso i diversi modalli produttivi agricoli – compresi l’agricoltura convenzionale, quella biologica e quella biodinamica – sono messi sotto i riflettori con un approccio ideologico (a favore o contro) che fa perdere invece il distacco utile a valutare con sufficiente indipendenza pro e cons di ciascuno. Ognuno dei modelli di gestione agricola, convenzionale/industriale, biologica, conservativa, rigenerativa, sinergica e persino biodinamica e chi più ne ha più ne metta, ha punti di forza e punti di debolezza, vantaggi e svantaggi che derivano dalla loro dimensione tecnica e dagli effetti/risultati che producono. Tali aspetti evono essere valutati dal punto di vista tecnico, in modo neutro e non come fossero religioni a cui votarsi incondizionatamente negando tutte le altre. Scegliere la soluzione tecnica più efficace a tutti i livelli, sia in fase di programmazione delle azioni pubbliche e delle norme, sia in fase di progetto/consulenza, sia in fase di esercizio delle attività, significa utilizzare tutte le opzioni che i diversi modelli produttivi propongono. Nessuna è in assoluto migliore delle altre, ciascuna è in grado di esprimersi al meglio in certe condizioni piuttosto che in certe altre e di fornire output differenziati a seconda del contesto e degli obiettivi che si vogliono raggiungere.

Il tifo è legittimo quando si va allo stadio, non ha senso quando ad esprimerlo sono dei tecnici o tanto più degli scienziati su argomenti complessi, nei confronti dei quali invece è fondamentale un atteggiamento di analisi, di indagine e di ricerca, basato sull’umiltà scientifica e sulla curiosità della conoscenza invece che sul pregiudizio e sull’intransigenza aprioristica.

© Paolo Callioni 2021 – agricolturarigenerativa.com

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